I modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/2001, consentono alle imprese di controllare la responsabilità amministrativa per i reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio e possono costituire un valido strumento per il miglioramento della governance societaria.
Le agevolazioni, erogate ai vari livelli (comunitario, nazionale e locale), sono sinteticamente classificabili, nelle seguenti classiche tipologie:
In sede di implementazione del Modello, le imprese hanno l’occasione di revisionare i propri processi, di adottare politiche per gestire al meglio gli aspetti legati alla conformità normativa e di introdurre una cultura aziendale che si basi sulla trasparenza con un conseguente miglioramento dei controlli interni. In particolare, le azioni intraprese per l’implementazione e l’aggiornamento di un modello organizzativo possono essere ricondotte:
A livello nazionale le agevolazioni sono determinate attraverso il D.Lgs. 81/08 che promuove la sicurezza e la salute sul lavoro.Sono previsti diverse tipologie di contributo:
Altri contributi sono previste dalla Legge 598/94 che agevola i finanziamenti erogati dalle banche convenzionate a sostegno degli investimenti in innovazione tecnologica, tutela dell’ambiente e interventi volti alla sicurezza sul lavoro.Lo strumento non è direttamente collegato all’adozione del modello organizzativo, ma potrebbe essere utilizzato per finanziare interventi rivolti al miglioramento della struttura fisica dell’azienda, che si rendessero necessari a seguito di un’analisi del rischio, come l’adeguamento degli impianti e dei luoghi di lavoro a standard di sicurezza più elevati; è da segnalare che è possibile finanziare anche un’eventuale bonifica dei luoghi di lavoro (ad esempio da coperture in amianto).
Vi è inoltre la possibilità di costituire fondi interprofessionali come stabilito l’art. 118 della Legge n. 388 del 2000, per promuovere la formazione. Possono aderire ai Fondi i datori di lavoro che versano i contributi contro la disoccupazione involontaria e che applicano integralmente i contratti collettivi di riferimento. Le azioni formative hanno riguardato: piani di formazione territoriali o settoriali in materia di ambiente e/o sicurezza sul lavoro; piani per la formazione continua dei dirigenti su temi quali l’innovazione organizzativa, di processo o di prodotto; piani di formazione individuali.
A livello regionale sono disponibili fondi non solo legati all’adozione dei modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/2001, ma anche all’acquisto di macchinari con tecnologie ad elevata valenza ambientale o di sicurezza nei luoghi di lavoro; l’adozione di nuove tecnologie per l’informazione e telecomunicazione; l’adozione di sistemi di gestione ambientali o per la sicurezza. Le Regioni Calabria, Lombardia e Abruzzo ha reso il modello 231 un requisito essenziale per l’accesso ai rapporti economici con le stesse o per accreditamento ai fini dell’erogazione di determinati servizi.
Sono disponibili anche contributi stanziati dalle Camere di Commercio, generalmente a copertura delle spese di studi di fattibilità , delle consulenze e delle spese per le certificazioni. Talvolta tali strumenti sono accompagnati da contributi per azioni formative su tematiche ambientali e di sicurezza o l’acquisto di macchinari.
Ne consegue che le agevolazioni descritte non riguardano solo l’adozione del modello 231, ma esistono una serie di misure di intervento pubblico che sono riconducibili ad alcune delle azioni che l’azienda potrebbe effettuare a livello gestionale, tecnico o di risorse umane, in sede di analisi e di implementazione del modello. Queste azioni sono riconducibili principalmente all’area «ambiente-sicurezza» e formazione.